sabato 30 gennaio 2010

A Roma cresciuto il numero delle morti bianche

"Cresce anche il numero delle morti bianche dovute alla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (solo a Roma c'è stato un incremento da 25 a 42 casi". Si legge così nella relazione d'apertura dell'anno giudiziario del presidente della Corte d'appello di Roma, Giorgio Santacroce. Sul tema si spiega che sono aumentati "sensibilmente" anche i procedimenti per infortuni sul lavoro, che sono passati da 382 a 561.

giovedì 28 gennaio 2010

Cnel-Ispesl: "Obiettivo scuola" contro gli infortuni sul lavoro

Roma, 28 gen (Velino) - 1.120 infortuni mortali sul lavoro e 30mila invalidi permanenti. Questi i dati emersi durante l’incontro di questa mattina “La promozione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole. Puntiamo sulla prevenzione per crescere in sicurezza”, organizzato dal Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) e dall’Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro), presso la sede dello stesso Cnel. Tanti, ancora troppi i casi mortali in Italia nel 2008, seppur in calo rispetto al 2007 (-7,2 per cento). Antonio Marzano, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, ricorda come nel bel Paese, “nel corso degli ultimi 50 anni, si è passati da un milione e 500mila infortuni denunciati agli attuali 875mila e da più di 4.500 infortuni mortuali agli attuali 1.100 circa. Le oltre 70mila malattie professionali denunciate negli anni’70 sono oggi 30mila, a fronte di una forte crescita degli assicurati da 10 a 18 milioni. Nel 2008 gli infortuni denunciati si sono ridotti del 14,5 per cento rispetto il 2001 con una significativa riduzione soprattutto nell’agricoltura (34 per cento) e nell’industria (27 per cento), al contrario del terzo settore, dove il numero degli infortuni è risultato in crescita soprattutto tra le lavoratrici (+ 3 per cento) a fronte di una diminuzione tra i lavoratori (-20 per cento)”. Colpisce il fatto che degli 874.940 infortuni sul lavoro nel 2008, il 37 per cento riguarda giovani sotto i 34 anni d’età. Per questo, secondo Marzano, risulta fondamentale educare alla salute e alla sicurezza sul lavoro fin dalla scuola e l'università: “L’ambiente scolastico si può trasformare in una vera e propria officina della ‘cultura della prevenzione’ affinché gli studenti, di fatto i lavoratori di domani, possano migliorare la qualità della vita all’insegna della sicurezza”.

La promozione della salute e della sicurezza, quindi, va sostenuta con adeguate azioni formative e informative da attuarsi nella scuola italiana. Utile strumento di attuazione, da questo punto di vista, è il decreto legislativo 81 del 2008, la cui elaborazione ha visto, non a caso, il contributo di Cnel e Ispesl. “L’art. 11 del decreto 81 – sottolinea Antonio Moccaldi, commissario straordinario Ispesl - , dice per la prima volta in maniera chiara e non inequivocabile che è possibile per gli istituti scolastici inserire in ogni attività scolastica percorsi formativi e interdisciplinari le diverse materie scolastiche”. “Nuovo principio nel piano sanitario nazionale, che come Ispesl abbiamo cercato di inserire e sviluppare – rimarca Moccaldi –, è il concetto di non puntare sulla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, ma sulla prevenzione dei rischi per la sicurezza e per la salute, spostando l’attenzione dagli effetti alle cause. Andando alle cause dobbiamo conoscere, quindi, le problematiche e dare la formazione necessaria per portare avanti iniziative serie e concrete”. Queste iniziative hanno portato Ispesl a costituire un gruppo di lavoro con i dirigenti scolastici e a realizzazare una ventina di schede informative che affrontano i principali problemi tanto nella scuola quanto nell’ambiente di vita più in generale dei ragazzi: dalla postura e il carico degli zaini al lavoro minorile, dall’assunzione di sostanze psicotrope al fumo, fino al bullismo. “Il problema va affrontato nella sua complessità – conclude Moccaldi - ed è quello che l’Ispesl ha cercato di fare insieme alla scuola, con cui abbiamo instaurato un buon rapporto, per quanto ancora troppo frammentario. Servono forme di collaborazioni e azioni più concrete e mirate da sviluppare su tutto il territorio nazionale”.

martedì 26 gennaio 2010

Viterbo. Infortuni sul lavoro, in Provincia sarà presentato il report 2008

Un incontro tra operatori sanitari e popolazione sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, le malattie professionali e gli interventi di prevenzione effettuati nella provincia di Viterbo.

Si svolgerà giovedì pomeriggio, 28 gennaio, a partire dalle ore 15 presso il Palazzo della Provincia, il convegno Report 2008, iniziativa organizzata dall’Unità operativa di Prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Ausl di Viterbo (Spisll), diretta da Augusto Quercia.

Il convegno ha l’obiettivo di fornire i dati e le analisi sugli infortuni e le malattie professionali nella provincia di Viterbo e presentare il quadro degli interventi già attuati e in corso di realizzazione.

"I Dati aggiornati al 31 dicembre 2008, afferma Angelita Brustolin, responsabile dell’osservatorio di Epidemiologia occupazionale dello Spisslche - sono stati elaborati dal nostro osservatorio. Partendo da questi numeri, sarà possibile intavolare un confronto sugli interventi di prevenzione già attuati e su come si possano costruire reti di collaborazione tra operatori sanitari e società civile affinché i risultati ottenuti in questi anni possano essere ancora di più migliorati”.

All'incontro parteciperanno tutte le figure coinvolte e interessate alla realizzazione della prevenzione nei luoghi di lavoro.

Presenti anche numerosi relatori, tra cui Marina Cerimele, direttore sanitario della Ausl di Viterbo, e Maurizio Di Giorgio, dirigente dell’ufficio speciale per la Sicurezza nei luoghi di lavoro della Direzione regionale delle politiche della prevenzione sicurezza sul lavoro. La partecipazione all’iniziativa è gratuita.

Pescara, protocollo d'intesa per gli infortuni sul lavoro

Un protocollo d’intesa per garantire assistenza, anche sotto il profilo psicologico, alle vittime e ai familiari coinvolti negli infortuni sui luoghi di lavoro. Il documento d’intenti è stato sottoscritto, questa mattina, aPescara dal prefetto, Paolo Orrei, dal presidente del comitato regionale della Croce Rossa, Maria Teresa Letta, e dai rappresentanti provinciali della direzione del lavoro, della Asl, Inail, Inps e Anmil.

Il protocollo definisce tutta una serie di passaggi nell’ipotesi in cui dovessero verificarsi degli incidenti sul lavoro, fissando anche nel caso di situazioni tragiche (morte del lavoratore, o grave infortunio), il supporto di una squadra di pronto soccorso della Cri, per assicurare il necessario supporto psicologico ai familiari del lavoratore. Contestualmente, l’adesione al protocollo prevede anche procedure più rapide per l’erogazione delle previdenze previste per gli infortuni sui luoghi di lavoro. “ Le vittime degli infortuni non sono solo quelle che riportano ferite sul corpo”, ha commentato il prefetto Paolo Orrei, ma penso anche alle ferite dell'anima e della psiche, che hanno bisogno di sostegno, e la Croce Rossa, protagonista del protocollo, non lesina mai questo tipo di assistenza". Un'intesa del genere, ha ricordato la responsabile regionale della Cri, e' stato firmato in provincia de L’Aquila prima del sisma e poi è stato sperimentato per le emergenze derivanti dal terremoto, e non tanto per le questioni legate al lavoro. “ L'obiettivo e' stato raggiunto” sottolinea Maria Teresa Letta, “ visto che alla Cri sono arrivate ante lettere di ringraziamento, tutte per il sostegno psicologico assicurato ai terremotati. Sono ben lieta di firmare anche qui questo protocollo, che si è rivelato un aiuto fondamentale alle persone, in certe occasioni addirittura più concreto del sostegno materiale". Soddisfatti per il raggiungimento dell'intesa gli amministratori e i rappresentanti dei vari enti, dal sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, all'assessore provinciale al Lavoro, Antonio Martorella, al manager della Asl, Claudio D'Amario.



http://www.cityrumors.it/2010012611777/pescara/cronaca/pescara-protocollo-dintesa-per-gli-infortuni-sul-lavoro.html

lunedì 25 gennaio 2010

Infortuni, CGIL Taranto, il problema sicurezza torna d'attualità

Taranto, 25 gen. - (Adnkronos) - La Cgil di Taranto, a proposito della morto dell'operaio 54 anni, avvenuta nell'Arsenale di Taranto, afferma che ''torna di stringente e drammatica attualita' il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro: questo ulteriore omicidio dimostra come, a partire dalla salvaguardia dell'incolumità fisica dei lavoratori, la sicurezza non può mai realizzarsi compiutamente senza il continuo rispetto delle normative applicate e senza i dovuti ed obbligati controlli''.

Il sindacato invita ''gli Enti e le Istituzioni preposte ad intervenire affinché, su ogni luogo di lavoro, l'applicazione delle pratiche operative di sicurezza rappresentino sempre più, una certzza quotidiana e la garanzia del rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che lì vi operano''. La Cgil di Taranto si adopererà ''affinché in tutte le sedi preposte si proceda all'accertamento delle responsabilità su questo ennesimo episodio di violazione delle norme sulla sicurezza e sarà al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in tutte le iniziative che sul territorio saranno messe in atto per evitare il ripetersi di violazioni di questa portata''.

La Cgil di Taranto ritiene, infine, ''opportuno che si convochi immediatamente, il tavolo sulla sicurezza istituito presso la Prefettura al fine di monitorare l'andamento degli episodi infortunistici ed attuare al meglio gli interventi di prevenzione proposti''.

Ascolti tv: 5 milioni per la serie sulle morti bianche

(ANSA) - ROMA, 25 GEN - Circa 5 milioni di spettatori (19,57%) hanno seguito su Raiuno la prima puntata della fiction sulle morti bianche Gli ultimi del paradiso.

E' stato il programma più visto del prime time vinto dalla Rai con il 42,61% (Mediaset 35,12%). Su Canale 5 la 2/a puntata del serale di Amici ha avuto 4.313.000 (20,49%), Che tempo che fa su Raitre ha avuto 3.796.000 (13,41%). Alla Rai anche l'intera giornata con il 41,57% (Mediaset 37,41%). La seconda serata va a Mediaset con il 43,51% (Rai 35,10%).

Lettere. Sicurezza sui luoghi di lavoro

Mi chiamo Marco Bazzoni, ho 35 anni e sono un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di un'azienda metalmeccanica fiorentina. Da anni sto conducendo una battaglia perchè ci sia più sicurezza nei luoghi di lavoro. Ho scritto praticamente ovunque, tanto che molte mie lettere, articoli, interviste, sono uscite su molti mezzi d'informazione e su vari blog. Insomma, il classico "rompiscatole". E' così che mi vedono diversi mezzi d'informazione, anche se c'è chi apprezza il mio lavoro di sensibilizzazione su un tema così importante come quello della sicurezza sul lavoro.

Si può considerare un paese civile, quello dove ogni anno ci sono 1200 ammazzati sul lavoro? Perchè io le chiamo così, basta con chiamarle con il termine "morti bianche". Un termine che andrebbe abolito subito e i primi a farlo dovrebbero essere i mezzi d'informazione. Le dovrebbero chiamare, come le chiamavano negli anni 60, cioè "omicidi sul lavoro". Termine molto forte, è vero, ma sicuramente più realistico.

Basta con il prendere in giro i familiari con il termine "morti bianche". Cosa c'è di bianco in una morte sul lavoro, cosa? Le chiamano così, perchè l'aggettivo bianco, allude all'assenza di una mano direttamente responsabile dell'evento. Invece la mano responsabile c'è sempre, più di una... Adesso l'Inail dirà che nel 2008 ci sono stati 1120 morti sul lavoro, e che per il 2009 da poco concluso c'è ne saranno ancora meno, ma anche l'Inail ha dovuto ammettere che una buona parte di questo calo, era dovuto alla crisi economica.

Il 3 Agosto 2009 è stato firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Dlgs 106/09, un decreto correttivo al Testo Unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08) voluto dall'allora Governo Prodi. Un decreto correttivo di ben 240 pagine (alla faccia del decreto correttivo), che ha praticamente smantellato il Dlgs 81/08. Questo Dlgs 106/09 è stato firmato nel silenzio più assoluto dei mezzi d'informazione. Io, insieme ad un mio amico, ci siamo permessi di criticare su Liberazione questo decreto e la firma da "flash gordon" del Presidente della Repubblica. Che ci ha risposto tramite il suo ufficio stampa, dicendoci che lui ha a cuore la sicurezza sul lavoro, che aveva esaminato approfonditamente questo decreto, che era profondamente diverso dallo schema originario, approvato dal CdM il 27 marzo 2009. Allora non mi sono perso di coraggio e consapevole che in questo decreto, ci sono alcuni articoli che violano direttive europee e alcuni che sono addirittura incostituzionali, ho deciso di fare una denuncia alla Commissione Europea, per quelli che violano le direttive Europee. La denuncia è possibile leggerla qui.

La Commissione Europea sta esaminando la mia denuncia e sto aspettando una risposta, che spero arrivi a breve, che ovviamente spero sia, apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia per violazione delle direttive europee in materia di sicurezza su lavoro. Per quanto riguarda gli articoli incostituzionali, un cittadino non può rivolgersi direttamente alla Corte costituzionale italiana. Lo può fare in via "indiretta" cio nel corso di un giudizio incidentale: detto così perchè la questione di legittimità di una legge italiana viene posta nel corso di un normale processo civile o penale (detto giudizio principale o "a quo"), da uno degli avvocati delle due parti.

Se il giudice ritiene che la questione di legittimità posta rilevante e non infondata, deve sospendere il processo e rimettere la questiona alla Corte costituzionale. La soluzione della questione di legittimità deve servire per risolvere la causa dalla quale si originata. Dopo che la Corte costituzionale emette la sentenza, il giudice "a quo" può ripendere il processo e decidere anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale. Dunque in questo caso se un cittadino volesse contestare la legittimità di una legge italiana dovrebbe prima instaurare un processo e nel corso del processo sollevare la questione alla Corte costituzionale. L'unica possibilità sarebbe stata che il Presidente della Repubblica avesse inviato questo Dlgs 106//09 alla Corte Costituzionale, ma purtroppo le cose sono andate diversamente.

Passiamo ai mezzi d'informazione, che purtroppo parlano pochissimo di infortuni e morti sul lavoro, per essere precisi, quasi nulla. E quando lo fanno, li relegano nelle notizie brevi, tant'è che fai fatica ad accorgerti della notizia. Ne parlano sono quando ci sono grandi stragi sul lavoro, quando dovrebbero parlare quasi tutti i giorni di questo bollettino di guerra. L'Osservatore Romano, qualche anno fa, definì questa emergenza nazionale delle morti sul lavoro, come la "strage nell'indifferenza". Mai parole furono più vere. I mezzi d'informazione dovrebbero dedicare più spazio agli infortuni e alle morti sul lavoro, perchè queste stragi sul lavoro non siano dimenticate.

Concludo questa mia lettera con il processo breve, che se diventerà legge, provocherà un amnistia generalizzata per le morti sul lavoro: Un'altra vergogna targata Berlusconi. Chissà se Napolitano, dato che dice di essere per la sicurezza sul lavoro, firmerà pure quella? Non ci resta che aspettare.....

Marco Bazzoni
Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Firenze

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=88780&sez=HOME_MAIL